MESSAGGIO PER I MIEI PICCOLI LETTORI


MESSAGGIO PER I MIEI PICCOLI LETTORI:

Credo che il talento sia in ognuno di noi, bisogna saperlo svegliare, riconoscere ed educare. Nessuno nasce artista, nel senso classico del termine, ma tutti abbiamo qualcosa da raccontare e una personale sensibilità che è indispensabile coltivare fin da piccoli. Il segreto per divertirsi è tirare fuori un pò di coraggio e non essere troppo severi con se stessi.
FIDATEVI!!!!


domenica 14 aprile 2013

Guarda che bello!!!!

Come suggerito dalla nostra amica Marta voglio dare spazio a una delle cose più belle da guardare in tv: i documentari!!!! Per conoscere quello che succede nel resto del mondo con un semplice click!
Come ha fatto Marta tutti voi potrete proporre i link dei documentari che preferite e io poi li inserirò nel testo perché tutti li possano vedere !!!!

Ecco quello che ci ha proposto Marta.

http://it.bing.com/videos/search?q=nene'+e+margherita&qpvt=nene%27+e+margherita&FORM=VDRE

venerdì 12 aprile 2013

Giochiamo insieme

Per rilassarci e giocare insieme ho creato la "pagina del passatempo". Iniziamo con i giochi più facili come questo: nelle righe seguenti ho nascosto dieci parole, vediamo chi le trova prima...




iebcuvbgkulibrocneiwvhgrpoesiajkncirhvgreuvfinehgygytfvraccontohugyftdrdgiocoguewgyrfgstoriahfn
dfgcbfgegfantasiauitrhgjhgbkhuiniziohgffcgfxbgxngfcinsiemehihgyftdshgvufavolanghvfgcgfxbg




20 APRILE 2013


Ciao piccole e grandi amiche siete davvero troppo brave e veloci nel risolvere i  quiz e gli indovinelli. questa settimana vi propongo tre rebus. Mi raccomando, non è ammesso l'aiuto dei genitori..... ;) 









E.........................BUON DIVERTIMENTO!!!!!!!!!!!!!!



sabato 18 maggio






 





   
 
 
 
 

lunedì 8 aprile 2013

Non voglio andare a scuola

Soltanto chi è un bambino, come me, può capire quanto sia difficile ogni mattina alzarsi presto per andare a scuola!
La mia scuola non è tanto vicina al luogo in cui abito. Dista qualche km. Per questo motivo la mia sveglia suona sempre alle 6:30. Io odio la mia sveglia.....Ho provato a cambiarne una decina; ho cambiato suoneria nel tentativo di rendere più gradevole il momento del DRIIIINNNN.. La mamma mi ha comprato quella a forma di spongebob, quella con le lancette a forma di ragnatele di Spiderman, e per finire quella a forma di pallone che proietta la luce sul soffitto. Ma, fino ad oggi, non ho ancora trovato quella che riesce a darmi la giusta carica per iniziare una nuova giornata.
Forse perché, se al mattino dalla finestra entrano dei bei raggi di sole, mi viene voglia di andare a correre in bicicletta piuttosto che stare seduto in classe, e se invece sento picchiettare la pioggia sulle persiane mi viene voglia di rimettermi sotto le coperte e riaddormentarmi per un'altra ora. Mi succede sempre così.
Eppure, all'inizio dell'anno scolastico non vedevo l'ora che iniziasse la scuola. Qualche giorno prima avevo comprato il mio primo zaino! Era tutto rosso e nero (come la mia squadra di calcio preferita) uguale all'astuccio e al diario. Ogni giorno chiedevo alla mia mamma:" mi racconti qualcosa della scuola?". E lei non si stancava mai di dirmi quanto poteva essere entusiasmante l'esperienza della prima elementare. Mi diceva che avrei conosciuto tanti compagni nuovi con i quali avrei fatto facilmente amicizia, avrei avuto una maestra buona che avrebbe lasciato pochi compiti per casa e poi, la cosa più bella, avrei fatto delle gite e nell'ora di ginnastica avrei potuto giocare con i miei compagni. Così il primo giorno tutto mi sembrò fantastico. Fui uno dei primi ad arrivare, appena prima che la campanella suonasse, e mi misi seduto in fondo all'aula. La maestra mi voltava le spalle perché era intenta a scrivere il suo nome alla lavagna. Era molto carina, proprio come l'avevo sempre immaginata, con i capelli lunghi e biondi e con i denti bianchi bianchi. Il suo viso chiaro era ricoperto di lentiggini e aveva la passione per i vestiti larghi a fiori. Fin dalla prima volta che chiamò l'appello sbagliò il mio nome. Il mio nome è Michel che si pronuncia MISCEL, ma lei lo disse così come è scritto: MICHEL. Tutti scoppiarono a ridere ed io, sentendo tutti ripetere così tanto il mio nome  diventai rosso come un peperone. Da allora questo nome divenne il mio piccolo tormento giornaliero....
Il mio compagno di banco è un simpatico bambino con un paio di occhiali tondi e delle folte sopracciglia. Si chiama Angelo e parla, parla, parla e non la smette mai. Il primo giorno attirò la mia attenzione con un paio di scarpe azzurre di quelle in cui si accende la luce quando si cammina. Lui iniziò a saltare su se stesso per contare tutte le volte che la luce si accendeva. Sì, perché lui oltre che parlare tanto ha il pregio (difetto, per la maestra) che non riesce mai a stare fermo e seduto. In questo è sempre stato l'opposto di me e forse per questo è diventato da subito il mio migliore amico!!
Ma anche se la gioia di incontrare Angelo , ogni mattina, è grande io però a scuola ...NO-N CI- VO-GLIO-AN-DA-RE!!!! Non perché non mi diverta. La maestra ci fa fare tanti disegni e ci racconta tante storie carine. Una volta mi ha fatto fare il capo classe quando lei si è allontanata per andare a prendere il registro in segreteria. Adesso ho pure imparato le addizioni e le sottrazioni così quando io e i miei genitori siamo in macchina ci divertiamo a fare 3+3 o 2+2 oppure , adesso, anche 10+4-3.....
Forse, è che io non voglio stare seduto tutta la mattina. si, sarà per questo che non ci voglio andare.
La prima volta che ho provato questa sensazione di rifiuto la ricordo bene. Avevo portato a scuola le figurine di calcio perché Angelo voleva regalata quella della Juventus che a me non piace. Alla ricreazione le ho prese tutte dallo zaino senza pensare che avrei attirato tanto l'attenzione dei miei compagni. Tutti hanno iniziato a dire " vediamo, vediamo quante ne hai???" La maestra si è accorta che a causa mia tutti si erano alzati dal proprio banco e per punirmi mi ha tolto le figurine per tutto il giorno. Che tristezza... le guardavo sopra l'armadio dove le aveva messe lei. Dentro di me dicevo " venite qui, venite qui". Speravo di avere i poteri magici per farle volare tutte insieme sul mio banco. Ma restavano immobili, disubbidienti e sorde.
Dall'indomani, io  non volevo più andare a scuola, ero arrabbiato con tutti.

Fino a quando, un giorno, mentre me ne stavo, da solo, seduto sui gradini davanti a casa mia vidi un esserino verde che con due occhi tondi mi guardava fisso. All'inizio pensai: "ma cosa è questa cosa?". Poi, così buffo come era, mi fece ridere da matti e dimenticai tutte le mie paure e le mie domande. Iniziò a saltellare sui miei piedi e a girare su se stesso velocemente. Poi iniziò a fare dei versetti strani con la bocca allungata che mi ricordava quella di mio nonno quando toglie la dentiera. Solo quando allungai la mia mano verso di lui si ritrasse spaventato e si nascose dentro il mio zaino della merenda che avevo dimenticato aperto. "Dove ti sei nascosto? gridavo io. E lui non rispondeva. Quando, impaurito, uscì il corpicino dallo zaino, con le sue sottili unghiette fece dei segni sulla mia gamba che soltanto adesso capisco cosa volessero dire. " / ° ! /  Dopo pochi istanti sulla mia gamba ripeté quei segni " / ° ! /
Non capivo il suo modo di comunicare ma capivo che era tanto spaventato. Decisi di portarlo a casa. Nella mia stanza lui sembrava più tranquillo mentre guardava tutte le mie cose con gli occhioni grandi che spiccavano sul suo faccino. Ogni volta che voleva dirmi qualcosa si avvicinava alla mia gamba e, come la prima volta, scriveva i suoi strani simboli. Capii che se davvero volevo comunicare con lui dovevo imparare a decifrare i suoi segni. Così presi il mio quaderno di italiano che era sul tavolo e iniziai a riprodurre tutti i segni che faceva sulla mia gamba. Quel quaderno, che avevo tanto disprezzato quando facevo i compiti di italiano, adesso era tutto il mio mondo.
In una settimana ero riuscito a decifrare tutti i suoi segni

a  b  c  d  e  f  g  h  i  l  m  n  o  p  q  r  s  t  u  v  z
/   ç  & \  $  4  -  :   ^ = (    )  % "   ò  ! ?  §  °  *  +        

Adesso finalmente potevo comunicare con lui. Divenne il mio più grande amico, insieme ad Angelo, naturalmente.
Al mattino, quando non volevo andare a scuola, solo il pensiero di far passare il tempo per potere tornare a casa a giocare con lui mi rendeva felice e nessuno capiva come mai all'improvviso mi fosse venuta quella gran voglia di finire i compiti velocemente.
Un giorno accadde una cosa strana. Mentre ero in fila con i miei compagni per andare in palestra, per sbaglio, allungando il piede, feci inciampare un mio compagno, proprio quello più scontroso di tutti. Non l'avevo fatto di proposito ma a lui non importava nulla. Si girò di scatto e spingendomi con forza mi gridò queste parole: " ma cosa fai? ma non hai cervello? brutto scemo! " . A causa della sua spinta caddi sulla mia compagna di fila, che era tanto carina. Ritrovarmi tra le sue braccia era stata la cosa più bella di tutta quella brutta giornata. Ero sempre stato troppo timido per parlarle e finalmente adesso avevo avuto l'occasione per dirle una sola parola. Le dissi "scusa" e lei con un bel sorriso affettuoso mi rispose "non ti preoccupare, non mi sono fatta niente". Con il mio compagno, invece, più mi scusavo con parole gentili più lui urlava. Fino a quando la maestra lo allontanò cercando di farlo ragionare.
La cosa strana, di cui vi parlavo, fu che dopo pochi minuti, dopo essere andato nello spogliatoio a cambiarsi, il mio compagno uscì urlando. Diceva di avere visto un piccolo esserino che dopo avere scritto qualcosa sulla sua gamba era scappato via dopo avergli dato un pizzico sulla caviglia. Tutti lo presero in giro per quella descrizione assurda che aveva fatto dell'esserino, non ci credeva nessuno. Solo io sapevo che i segni che aveva sulla caviglia non se li era fatti da solo ma era stato il mio amico esserino a farglieli. Di sicuro voleva dare una piccola lezione a quel bambino cattivo che mi aveva trattato male. Ero curioso di sapere come mai si trovasse a scuola e soprattutto cosa avesse scritto sulla gamba del mio compagno. Al mio rientro a casa trovai il mio amico esserino ad aspettarmi dentro lo zaino . Quando gli chiesi perché quella mattina si trovasse nella mia scuola lui rispose così:

(  ^    /  )  )  %  ^  /  *  %
m i   a n  n  o  i   a  v  o

Infatti il mio piccolo amico iniziava ad essere stufo di stare chiuso tutto il giorno nella mia stanza. E se al mattino io mi disperavo perché non volevo andare a scuola, lui si disperava perché non voleva restare a casa. Mi raccontava che nel suo mondo non c'era bisogno di andare a scuola perché tutti i bambini nascevano sapendo già tutto. Sapevano leggere e scrivere. Dovevano solo socializzare e imparare a rispettare le regole per vivere bene. L'esserino trovava molto strano che, invece noi cuccioli di uomo, dovessimo stare, tanti giorni durante l'anno, seduti ad ascoltare una persona che ci insegnasse le lettere, i numeri.

 & % ( $   4 / ^   /    ) % )  ? / ò $ ! $    = $ - - $ ! $       ( Come fai a non sapere leggere?)            mi chiese un giorno.
Senza provare alcuna vergogna io gli risposi che ero piccolo e ancora dovevo imparare tante cose e per questo andavo a scuola tutte le mattine. Lo dicevo con sicurezza, come se fossi del tutto convinto dell'utilità di andare a scuola. Gli dissi che il mio papà mi ripeteva sempre che solo studiando tanto, un giorno, sarei potuto diventare un uomo colto e avrei potuto trovare un lavoro che mi consentisse di guadagnare tanti soldi. Ma il mio piccolo esserino non capiva questo meccanismo. Nel suo mondo non esistevano i soldi. Ognuno produceva tutto quello di cui aveva bisogno e se qualcuno aveva necessità di qualcosa che non aveva, bastava chiedere a qualcun altro che volentieri gliel'avrebbe regalato. I bambini sapevano fare di tutto: cucinare, costruire e riparare le biciclette con cui circolavano. Sapevano costruire giocattoli con un materiale speciale che si trovava sottoterra. Sembrava fango e invece una volta a contatto con l'aria si asciugava e diventava simile alla plastica. I giocattoli, per questo, erano tutti di un unico colore marroncino. Non esistevano le macchine e anche i più piccoli coltivavano la terra per procurarsi il cibo. I grandi invece costruivano le strade, i ponti, e facevano tutti i lavori più pesanti. Così solo con le loro mani e con la loro esperienza gli esseri del suo mondo, che si chiamava Facilonia, avevano costruito la prima navicella capace di raggiungere i mondi lontani e con quella erano riusciti ad atterrare sulla Terra. I grandi saggi del pianeta di Facilonia, decisero che "Esserino" sarebbe rimasto sulla Terra, per esplorarla. Sarebbe rimasto solo per un mese e poi sarebbero tornati a riprenderlo.
Ora vi spiego perché Esserino voleva andare a scuola.
Lui diceva che per chiunque abiti sul pianeta Terra è difficile vivere se non si è andati a scuola.
Se non si va a scuola, infatti, non si può fare nulla: non si possono usare i soldi perché, non studiando la matematica, non si sanno fare i calcoli per pagare il giusto prezzo delle cose. E senza i soldi, nel nostro difficile mondo in cui i bambini non sanno fare nulla, non si possono avere i giocattoli, le cose da mangiare... E poi come si fa, senza sapere leggere, a sapere chi vende il pane e chi la carne e chi i giocattoli?? E il telefonino? Come si chiamano gli amici se non si conoscono i numeri? e gli sms? senza sapere scrivere, come si inviano? 
Esserino diceva che non sopportava più di camminare per strada senza riconoscere i segnali stradali. Lui non conosceva le strade e non sapendo leggere le vie, aveva rischiato di perdersi già dieci volte. E' per tutto questo che Esserino voleva andare a scuola. E poi aveva fretta di imparare la mia lingua per farsi capire, senza bisogno di scrivere i suoi strani segni.
Insomma, lui voleva andare subito a scuola al posto mio.
Un giorno mi disse che conosceva una formula magica che ci avrebbe consentito di trasformarci ognuno nell'altro. Io sarei diventato piccolo con le sue unghiette appuntite e gli occhioni grandi. Non sarei andato più a scuola e alle 6:30 di ogni mattina avrei potuto spegnere la sveglia e tornare a dormire per tutta la mattina. Esserino, invece, sarebbe diventato uguale a me, con i miei capelli biondi e le mie fossette sulle guance. Si sarebbe alzato presto ogni mattina per andare a scuola e imparare tutto quello che gli serviva per diventare un bambino indipendente come lo sono i bambini del mondo di Facilonia. Era fantastico. Gli dissi subito che ero d'accordo.

Mi scrisse sulla gamba:        -  !  / + ^ $     /  (  ^ &  %

Ed io ero così felice che gli risposi con i suoi simboli, già mi sentivo al suo posto e con tutto il cuore gli scrissi , grande, su un foglio bianco:   § ^       * % - = ^  &       ç  $  )  $

Quella stessa sera, dopo che Esserino pronunciò poche parole, tutto cambiò nella mia vita. Mi ritrovai più basso di almeno 50 cm, al posto dei miei bei capelli avevo una testa liscia e curva che quasi mi faceva impressione toccarla. Esserino , invece, era proprio un bel bambino. Non mi ero mai accorto di essere così carino...... Mentre iniziavo a provare un po' di paura per quell'improvviso cambiamento, mi venne in mente che finalmente avrei potuto fare tutto quello che volevo. Piccolo , come ero, sarei potuto andare dappertutto senza essere visto, non avrei più dovuto ascoltare le prediche della mia mamma che ogni pomeriggio mi ripete che devo studiare e ogni sera mi ripete che devo lavarmi bene i denti.... Poi non avrei dovuto più ascoltare i rimproveri della mia maestra perché non scrivo bene e mi giro sempre a chiacchierare con Angelo e poi potevo subito recuperare le mie figurine che ancora erano rimaste impolverate sull'armadio della maestra.
Ma la mia gioia durò molto poco. Pensavo solo alle cose noiose che non avrei dovuto più fare ma non pensavo a tutte le cose entusiasmanti che avrei voluto continuare a fare e non potevo più.
Dopo avere dormito per due giorni interi inizia ad annoiarmi davvero. Mi mancava Angelo. La mia squadra di calcio, senza di me, aveva iniziato a perdere tutte le partite. E come se non bastasse Esserino ogni sera tornava a casa e mi raccontava tutto quello che aveva fatto durante il giorno. Lui era meno timido di me. Era abituato, nel mondo di Facilonia, a fare di tutto e quindi a scuola sapeva fare di tutto.
Il giorno in cui invitò la mia compagna più graziosa a casa per fare insieme i compiti fu il giorno più brutto della mia vita. Non potevo farmi vedere. E lei era così carina. Dopo pochi minuti arrivò anche Angelo. Rideva e scherzava con Esserino convinto che fosse il suo amico del cuore. Mi venne da piangere ma le lacrime, in questo corpo stupido che mi ricopriva neanche volevano uscire. Volevo battere i pugni a terra, come facevo quando ero nervoso, ma quelle unghiette fastidiose che avevo mi impedivano di farlo. Disperato scappai fuori casa e per i giorni successivi non feci altro che camminare avanti e indietro da casa a scuola e da scuola a casa.
Un giorno, grigio e piovoso, così tanto buio che mi rendeva ancora più malinconico, vidi scendere dall'alto, attraverso le nuvole, una grande navicella rotonda. Dal finestrino principale, che sembrava un occhio intento ad osservarmi, vedevo un esserino, proprio uguale me, ovvero al mio amico Esserino. Capii che doveva essere trascorso il termine della sua permanenza sulla Terra ed erano venuti a prenderlo. Ero impietrito dalla paura. Come avrei fatto a spiegare che non ero un abitante del pianeta di Facilonia? E mentre pensavo questo, una luce accecante mi illuminò e come per magia fui attirato verso l'alto e in pochi secondi mi ritrovai dentro la navicella.
Piangevo senza lacrime. E per la prima volta, dopo tanto tempo, pensavo che
VOLEVO-ANDARE-A SCUOLA!!!!!

















mercoledì 3 aprile 2013

INDOVINA INDOVINELLO................

In questo blog dedicato ai ragazzi non poteva mancare lo spazio per gli indovinelli...

Ho deciso di iniziare un game a punti: ogni settimana scriverò un indovinello e chi risponderà per primo avrà 1 punto. Saranno 2 punti se chi risponderà sarà un nuovo lettore, iscritto da non più di una settimana!!!
Chi per primo arriverà a 10  potrà scegliere un fantastico premio!!!!! E ora...... vinca il migliore, o il più veloce....


Iniziamo con questo:

In un campo di calcio durante lo svolgimento di un campionato scolastico un bambino chiede al compagno di squadra: "perché mentre giochi parli al cellulare?" . Il compagno gli risponde " perché qui............................"

Completate voi la frase nel commento........................ e ricordate: i punti andranno al più veloce.....!!!!!!!!!!!!!!



GRADUATORIA AL 12 APRILE 2013 DOPO AVERE LETTO I VOSTRI COMMENTI:


1 PUNTO  ALESSANDRA
1 PUNTO GRETA


CI RITROVIAMO  VENERDI 19 APRILE PER IL PROSSIMO INDOVINELLO!!!!!




DOMENICA 21 APRILE

CIAO A TUTTI, ECCOMI DI NUOVO QUI PER PROPORVI L'INDOVINELLO DELLA SETTIMANA. ANZI, QUESTA VOLTA, SARANNO TRE. COSI' AVRETE UN PO' TUTTI LA POSSIBILITA' DI INDOVINARNE UNO!!!!!


1) QUAL E' IL COLMO PER UN PIZZAIOLO?????

2) QUAL  E' IL COLMO PER UN PROFESSORE DI MATEMATICA????

3) QUAL  E' IL COLMO PER UN MEDICO??????

COME AL SOLITO VI AUGURO BUON DIVERTIMENTO!!!!!!!!!


SABATO 18 MAGGIO

Qual è il colmo per un gioielliere???


REBUS:  


A CHI ANDRANNO I PROSSIMI PUNTI????????

UN BACIO A TUTTE/I

martedì 2 aprile 2013

Disegni da stampare e colorare



Ciao amiche mie, ho voluto inserire un link con qualche disegno da stampare e colorare!!! Chissà che stanche di scrivere e inventare storie non vi possiate rilassare colorando qualche immagine!!!!
Magari mentre colorate vi viene in mente qualche nuova avventura...
Kiss




Per scegliere le immagini da colorare clicca sul link qui sotto:

http://it.bing.com/images/search?q=immagini+da+stampare+e+colorare&qpvt=immagini+da+stampare+e+colorare&FORM=IGRE


oppure su questo:

http://www.filastrocche.it/feste/disegni-da-colorare-per-le-vacanze-con-i-cuccioli/