MESSAGGIO PER I MIEI PICCOLI LETTORI


MESSAGGIO PER I MIEI PICCOLI LETTORI:

Credo che il talento sia in ognuno di noi, bisogna saperlo svegliare, riconoscere ed educare. Nessuno nasce artista, nel senso classico del termine, ma tutti abbiamo qualcosa da raccontare e una personale sensibilità che è indispensabile coltivare fin da piccoli. Il segreto per divertirsi è tirare fuori un pò di coraggio e non essere troppo severi con se stessi.
FIDATEVI!!!!


domenica 17 marzo 2013

L'angolo della posta

Amico di Grumo Appula, che ci "leggi" spesso... perché non diventi un lettore fisso e iniziamo a scrivere un racconto insieme?, magari quello sui cani  o una storia nuova.

CORAGGIO.... scrivere aiuta la mente a rilassarsi e a svagarsi!!!!!!!!!

A proposito volevo chiedere l'aiuto di tutti voi: sto scrivendo il racconto del bambino che non vuole andare a scuola. Mi servono alcune idee.... perché ognuno di voi non mi scrive qualche esperienza buffa o triste che ha vissuto a scuola??? Così, mi verrà più facile scrivere e finire il mio racconto!!! grazie!!!

Le storie del cane e dell'armadio

Ciao a tutti!!!! Da un po' non aggiungevo qualcosa di nuovo perché ho avuto qualche problema con il pc....Ma ora che ho risolto voglio subito proporre un gioco che potrebbe piacere a tutti:

Inventiamo tante storie partendo da due sole parole:   

CANE ( colgo l'occasione per inserire la foto della nostra nuova cagnolina Marley, trovata e adottata subito!)

ARMADIO (non ho la foto dell'armadio...)

Divertitevi voi a creare qualcosa di originale, una storia pazza, o una storia triste, o una storia paurosa secondo il genere che preferite!!!!!!!
Per questo gioco mi sono ispirata al libro di Gianni Rodari, "grammatica della fantasia", dove una bimba ha deciso di iniziare così la sua storia fantastica partendo dalle due parole che ho proposto anche a voi:

Un cane passa per la strada con un armadio sulla groppa. E' la sua cuccia, cosa ci volete fare. Se la

porta sempre dietro, come fa la chiocciola con il suo guscio..........................

Adesso, provateci voi. Cominciate con il creare un rapporto tra le due parole, per esempio collegandole tra loro con una preposizione:

il cane con l'armadio
l'armadio del cane
il cane sull'armadio
il cane nell'armadio
eccetera

Vi auguro buon divertimento!!! E ricordate che con le vostre storie ci divertiremo anche noi lettori........

kiss

martedì 12 marzo 2013

I LIBRI PER GRETA E MARTA

All'interno del blog spesso le cose che scrivo si perdono e difficilmente chi entra le vede. Devo tornare a usare "l'angolo della posta" pr i messaggi diretti che voglio darvi. Adesso ho creato questo post solo per dire a Marta che il suo libro l'aspetta (vieni a trovarmi al più presto che te lo do) e a Greta di darmi il titolo del libro che vuole regalato.
buona serata a tutti
kiss

domenica 10 marzo 2013

IL BENE E IL MALE

Buongiorno a tutti!!!!!!! Oggi è una bella giornata, finalmente splende il sole e mi sento positiva. Ho deciso di mettere un punto definitivo alla stesura del mio "raccontino". Adesso sarete voi i miei occhi critici e, per fortuna, tutto si può migliorare. Quindi aspetto i vostri commenti che poi mi aiuteranno a sistemare tutto quello che non va......
Grazie, comunque per il tempo che dedicherete alla sua lettura.
Kiss





Un giorno, tanto tempo fa in una casetta di gente povera nacque una bellissima bambina. Si diceva che, in quella nazione, fosse la bambina più bella tra quelle nate negli ultimi anni. Le fu dato nome Aglaya, che nell'antica Grecia significava Bellezza.
Un giorno, passando per caso di lì, un viandante gobbo e basso sentì parlare della rara bellezza della creatura appena nata. Decise che avrebbe rapito la fanciulla per chiedere in cambio della sua vita un sacco pieno di oro.
Una notte, la giovane, all'età di diciassette anni, fece un sogno sconvolgente. Sognò proprio quell' uomo basso e gobbo che la portava nel suo castello di paura. Era un castello vecchio e cadente, costruito sulla cima di una montagna. Era di un colore grigio scuro che sembrava quasi nero, ricoperto di radici e piante rampicanti e si vedevano ragnatele giganti alle finestre che impedivano di scoprire cosa ci fosse all'interno. In cielo vi erano nuvole scure che rendevano ancora più tetro il paesaggio. E, infine, c'erano quattro aquile, anch'esse nere, che volteggiavano intorno alla punta del castello.
Improvvisamente, in sogno, apparve una fatina. Era così dolce che non sembrava vera in mezzo a quello scenario tanto pauroso. La fatina disse alla fanciulla le seguenti parole:

NEL GIORNO IN CUI LA LUNA SARA' PIENA
TI DOVRAI GUARDARE DA UNA GOBBA SCHIENA

SE VORRAI SALVA LA TUA VITA
COL MANTELLO D'ORO DOVRAI ESSER VESTITA

MA SOLO SE L'AMORE CON TE PORTERAI
TU PER SEMPRE SALVA SARAI..


La povera Aglaya si svegliò di soprassalto, sudata e impaurita, certa che si trattasse di un sogno premonitore . Era ancora notte. Si affacciò alla finestra per prendere un pò d'aria e vide che alla luna mancava solo un piccolo spicchio per essere piena. Aveva, quindi, solo due giorni per trovare un mantello d'oro e un pò d'amore per affrontare il gobbo e salvarsi per sempre.
Al mattino presto iniziò a cercare qualcuno in città che potesse aiutarla a tessere l'abito d'oro nel più breve tempo possibile. Si recò dal sarto più conosciuto e più fornito della città. Dopo aver sentito tutta la storia, il sarto le rispose, "mi dispiace mia dolce Aglaya, ma sfortunatamente ho appena finito tutta la stoffa d'oro. L'ho utilizzata per cucire il drappo per la carrozza del sovrano del piccolo e ricco regno di Chissadove. Se solo tu fossi arrivata ieri..... avrei, certamente, fatto attendere il sovrano! Ma se tu sarai tanto resistente da recarti nel vicino paese di Malosso troverai un abile sarto che in breve cucirà il mantello per te. Ma corri, piccola, vai! Il tempo ti è nemico". La giovane corse a perdifiato per raggiungere il posto indicatole ma appena arrivò ebbe un'altra delusione. Il sarto le raccontò come, per effetto di uno strano sortilegio, non appena ebbe completato la preziosa coperta d'oro ordinata per la figlia dei sovrani del regno di Nonsodove, al suo unico ago si ruppe la punta e divenne inutilizzabile. "Bisogna aspettare qualche giorno per riaverne un altro perchè  non è facile trovare un ago capace di tessere i sottili fili d'oro. Bisogna farlo arrivare da un'altra città". Così le aveva detto il sarto, ma la fanciulla aveva sempre meno tempo.
Quella sera si chiuse nella sua stanzetta e iniziò a piangere disperata. "Come posso portare al castello un mantello d'oro se non possiedo ancora neanche un filo d'oro e neanche un ago adatto a tesserlo?" Alla fine con tutto il coraggio che aveva in sè, decise che sarebbe andata in cima al castello da sola e avrebbe affrontato l'uomo gobbo, anche senza mantello.
Iniziò subito a camminare nella notte finchè, percorsi solo pochi metri, si accorse chiaramente della presenza di un fanciullo sdraiato sul prato, lungo il ruscello, che suonava una dolce e triste melodia con la sua armonica. Il giovane le raccontò la sua triste storia: innamorato di una bella ragazza, assistette al suo rapimento ad opera di un uomo gobbo e basso che la portò nel suo nero castello. La famiglia della bella ragazza era troppo povera per potere pagare quanto il gobbo chiedeva in cambio della sua liberazione. Così la ragazza fu per sempre trasformata in un'aquila nera destinata a passare tutta la vita a svolazzare intorno al castello. "Questo sarà il tuo triste destino, mia cara Aglaya, a meno che.....". "A meno che? gli rispose la dolce fanciulla con gli occhi sgranati per la curiosità. "Un giorno- disse il ragazzo- ho sentito dire che esiste una fatina in grado di aiutare a spezzare l'incantesimo che imprigiona le povere fanciulle rapite. Ma nessuno ha mai avuto modo di vedere la fatina, nè ha avuto modo di parlarle. Nessuno sa dove si trovi.".
Ma Aglaya l'aveva vista. Almeno una volta, nel suo sogno premonitore. "Lei ha parlato con me" disse Aglaya, "mi ha chiesto di recarmi al castello con un mantello d'oro e un pò d'amore".
Il giovane rimase più disperato di prima a quella notizia: non avrebbero mai trovato un mantello d'oro. E poi, anche l'amore, come si fa a portare con sè un sacco pieno di amore??
Pensando e ripensando ad una soluzione i due ragazzi crollarono in un sonno profondo, turbato da strani incubi pieni di streghe, e fantasmi.
In sogno apparve nuovamente ad Aglaya la fatina che già conosceva. "Aglaya -le disse- non devi essere tanto preoccupata per quanto ti ho confidato. Sono sicura che tu mi potrai aiutare". Le disse che contava su di lei per interrompere il malvagio incantesimo fatto sul gobbo e le confidò tutta la verità. In realtà, lui, in passato non era un uomo cattivo ma lo era diventato per effetto di un incantesimo. La dolce fatina iniziò a raccontare di quando, giovane, bello e profondamente innamorato di lei il giovane fu trasformato in un brutto uomo gobbo e basso da un egoista rivale in amore che lo trasformò al solo scopo di impossessarsi della sua amata.
Durante una notte più buia delle altre, mentre un violento temporale turbava i sonni del ragazzo, il cattivo rivale si introdusse nella sua camera e durante il sonno gli trasformò il volto e rese il suo corpo irriconoscibile. Il giovane, al suo risveglio stentava a credere che fosse proprio sua l'immagine riflessa nel suo specchio tanto che, preso dalla disperazione, fuggì lontano dove nessuno avrebbe più potuto trovarlo lasciando all'amata una lettera per spiegarle quanto accaduto.
Nel frattempo il malvagio rivale, dopo avere così allontanato i due giovani innamorati, si era presentato a lei offrendole in dono qualche potere magico al fine di farle più facilmente dimenticare il suo amato. Lei non era una stupida che si lasciava incantare da queste cose, ma ormai era troppo tardi. Lei aveva preso le sembianze di una dolce fatina, bionda e vestita con un bell'abito di raso viola mentre il suo fidanzato,  imprigionato in un corpo orrendo, era scomparso.
Nel frattempo, il povero uomo rimasto solo pensò che se avesse accumulato tanta ricchezza avrebbe potuto darla in dono al suo rivale nella speranza che questi, in cambio, annullasse l'incantesimo. Decise, allora, di rapire le ragazze più belle che incontrava lungo la sua strada e di chiedere in cambio della loro liberazione sacchi pieni d'oro.
Solo la fatina, origliando nascostamente, venne a sapere che se, insieme all'oro, il gobbo avesse avuto in dono anche l'amore, l'incantesimo si sarebbe annullato da solo, senza bisogno dell'intervento del malvagio che l'aveva operato. Più volte, la fatina aveva tentato di mettere in guardia le altre ragazze, prima che venissero rapite,  ma queste non erano state tanto tenaci nel cercare l'oro e l'amore necessari. "Ecco perchè adesso ho bisogno di te" disse alla ragazza pallida in volto. "Devi avere coraggio perchè anche il tuo destino, in questo momento, dipende solo da te".
Queste parole diedero ad Aglaya una nuova spinta. Trovò il coraggio misto all'orgoglio di potere dimostrare di essere capace di svolgere quel compito tanto importante. Aglaya doveva darsi da fare per un giorno ancora,  trovare il mantello d'oro e l'amore. Se non li avesse trovati la fatina avrebbe dovuto aspettare un'altra notte di luna piena ma a quel punto Aglaya sarebbe stata già trasformata in aquila nera e per lei sarebbe stata la fine.
Appena, al mattino, Aglaya si svegliò raccontò quanto sognato al suo nuovo amico. Pieni di nuova speranza i due ragazzi iniziarono a cercare dappertutto. Bussarono nelle case della loro città ma l'oro era così prezioso che nessuno voleva privarsene regalandolo a due ragazzini sconosciuti. La risposta era sempre la stessa: "non abbiamo oro, e anche se l'avessimo non lo daremmo certo a voi". Le ore passavano fino a quando, stanchi e con i piedi doloranti, i ragazzi si sedettero sui gradini della piazza della cittadina dove vivevano per pensare ancora un pò. Ecco che, improvvisamente, udirono suoni come di tamburi lontani e tanta gente iniziò a radunarsi nella piazza piena di gioia.
I ragazzi vennero a sapere che stava arrivando la famiglia reale del paese di Chissadove al completo. Venivano in visita nella città, con la loro carrozza d'oro, per ringraziare di persona il sarto che con tanta pazienza aveva realizzato il drappo in oro che la ricopriva. Infatti dopo pochi minuti, da lontano, si vide arrivare quella fastosa carrozza. Il sarto, sorridente, se ne stava seduto alla sua guida insieme ai sovrani e tra le sue mani teneva una teca in vetro ricevuta in dono. All'interno splendeva un meraviglioso ago d'oro con un gomitolo di filo d'oro. Con questi,dopo la festa, il brav'uomo realizzò il mantello alla cara ragazza.
Quando ancora mancavano poche ore perchè la luna tramontasse i ragazzi decisero di salire insieme fino in cima al castello per cercare di rompere quel maledetto incantesimo anche con il solo mantello d'oro appena confezionato. Speravano che quello fosse sufficiente. Dopotutto, era impossibile trovare una polvere, o qualcosa di simile, sotto la cui forma trasportare un pò d'amore.
Arrivati in cima, nella stanza al piano più alto del castello, videro una lucina accesa e lì entrarono, silenziosamente, per sorprendere il gobbo. Questi non appena vide quel mantello luccicante, rimase sconvolto e una lacrima scese sul suo viso. Nel suo cuore quella gran quantità di oro significava una speranza per ottenere la libertà. Già nella sua triste mente immaginava di offrire tutto quell'oro al malvagio rivale che l'avrebbe, finalmente,  liberato. O almeno questo egli sperava. Ma sentiva di non essere del tutto felice. Qualcosa gli mancava ancora.
Fino a quando, all'improvviso, sul davanzale della finestra apparve una delle aquile che Aglaya, nel suo sogno, aveva osservato mentre svolazzava in cielo. Fu un secondo, quello in cui lo sguardo del ragazzo che accompagnava Aglaya, incontrò gli occhi dell'aquila. Il ragazzo riconobbe in quegli occhi qualcosa di familiare. In quello stesso secondo l'aquila iniziò a perdere il suo aspetto animale, le sue piume si ritirarono e i suoi occhi ritrovarono quel colore chiaro che il giovane ricordava nella sua fidanzata rapita. Anche il gobbo iniziò a trasformarsi nell'aspetto e i suoi lineamenti si distesero fino a raggiungere la bellezza di una volta. L'amore che i ragazzi non erano riusciti a trovare materialmente in realtà era nascosto nel cuore del giovane ragazzo innamorato della fanciulla rapita e il loro incontro bastò a rompere l'incantesimo.
A distanza anche la fatina vide i suoi biondi capelli cambiare colore e tornare al loro colore castano originario. Capì che qualcosa era accaduto, lassù, nel castello. In quel momento il castello iniziò a sbriciolarsi e le nubi nere iniziarono a diradarsi. Sulla collinetta che una volta era stata un' alta montagna colei che era stata fatina vide un gruppo di persone correre più veloci del vento. Riconobbe il suo amato: la sua agilità e la sua bellezza erano quelli di una volta.
Mentre pensava a questo, all'orizzonte, apparve il primo sole. La luna lentamente spariva e la notte lasciava il posto al giorno più bello della sua vita.

martedì 5 marzo 2013

Partecipiamo anche noi???????

Ciao ragazze, in uno dei pochi blog che seguo ho trovato questo "concorso a premi" in occasione del II compleanno del blog.... si tratta semplicemente di inventare una frase scritta di proprio pugno o una citazione famosa che rispecchi il significato di Destino.....
verrà premiata la più bella!!!!!!!!!
ci proviamo.???????... abbiamo tempo fino al 30 marzo... vediamo se ci viene in mente qualche idea!!!!!!!

Stavolta chiedo l'aiuto anche alle nostre amiche più "grandi" del blog... che con l'occasione saluto e ringrazio per essersi iscritte!!!un bacio a Silvia e a Lilia!!!!!!!!!


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sabato 2 marzo 2013

IL LEGNO NEL CAMINO

IN UN PICCOLO CAMINO,
VIVEVA UN BASTONCINO

ERA FATTO DI LEGNO
E DEL FUOCO ERA AMICO.

MENTRE IL FUOCO LO FRIGGEVA
IL BASTONCINO PIANGEVA!

inventata da martina a 6 anni.... anche se la rima non è perfetta non ho voluto cambiarla.... mi piace così... BRAVA MARTY