Qualche tempo
fa papà Sole e mamma Luna si ritrovarono a discutere su chi doveva stare
sveglio di giorno e chi di notte.
Mamma Luna,
infatti, avrebbe voluto restare sveglia di giorno per giocare con le sue
figliolette Nuvolette. Papà Sole, invece, avrebbe voluto restare sveglio di
notte per insegnare ai suoi figlioletti, piccoli astri, a danzare ordinatamente
nel cielo.
Così per
qualche giorno la Luna splendette di giorno e il sole di notte.
Ma la luce
che la Luna emanava era talmente fioca che sulla Terra la gente iniziò a
lamentarsi. Allo stesso modo, la notte, la luce di papà Sole era talmente forte
che nessuno riusciva più a prendere sonno. E quando i bambini iniziarono ad
addormentarsi durante il giorno sui banchi di scuola, i genitori infuriati
iniziarono a perdere la testa.
Papà Sole e
mamma Luna capirono che bisognava riportare le cose come erano prima o sulla
Terra ci sarebbe stata una vera rivoluzione.
Così mamma
Luna tornò a vedersi solo di notte mentre, cullando le sue figliolette Nuvolette,
con il suo chiarore assecondava il sonno dei bambini sulla Terra. Papà Sole
dovette rinunciare all’idea di insegnare le buone maniere ai suoi figlioletti,
piccoli astri, e quelli scappando di qua e di la riempirono disordinatamente
tutto l’universo.
Per un po’
tutto sembrava andare per il verso giusto fino a quando le piccole Nuvolette,
stanche di non vedere mai la loro mamma
durante il giorno si riunirono tutte vicine vicine per trovare conforto e nere per la rabbia
iniziarono a piangere. Sulla Terra le lacrime
delle Nuvolette arrivarono abbondanti e tiepide come quelle dei bambini
cosicché tutti gli abitanti, con gli occhi rivolti verso l’alto, cominciarono a
chiedersi come mai la pioggia durasse ormai da così tanti giorni e che cosa
rendesse tanto tristi le nere Nuvolette.
Nel
frattempo, lassù nel cielo, infuriato per il pianto delle nipotine, nonno Tuono
si fece sentire. Rimbombando come nessuno lo aveva mai sentito le rimproverò
aspramente per i loro capricci rattristandole ancor di più. Per il trambusto si
svegliò persino nonna Fulmine. “Cos’è questo fracasso?” chiedeva. E le piccole
raccontarono di quanto mancasse loro la mamma. Quando seppe tutta la storia
nonna Fulmine illuminò a giorno la notte buia e subito le nipotine si
dispersero sorridenti, rincorrendo mamma Luna che, illuminata da nonna Fulmine,
si vedeva e non si vedeva.
Alla fine
della notte la povera nonna era stanca di accendersi e spegnersi, tutto quel gioco
le era costata enorme fatica così tornò a riposare mentre le Nuvolette si
addormentarono quiete.
Il mattino
seguente papà Sole svegliò tutti di buon’ora e le figlie Nuvolette accortesi
che la mamma non era più lì chiamarono invano la nonna Fulmine e non trovando
neanche lei ricominciarono a piangere disperate. Sulla Terra la cosa incuriosì
di nuovo tutti gli abitanti che parlavano e riparlavano per capire come si
potevano aiutare le piccole Nuvolette.
Un giorno la
maestra di una classe di bambini che amava fare lezione all’aperto su un grande
prato reso ormai inutilizzabile a causa delle numerose pozzanghere che si erano
formate, chiese ai suoi alunni: “Qual è la cosa che vi rende felici quando
siete tristi?”. La più sveglia delle alunne rispose: “correre su un prato
colorato!”, il più discolo rispose “giocare con un pallone colorato” e la più
piccolina rispose: ”indossare un abito colorato”. “Ecco cosa potrebbe far
divertire le nostre amiche Nuvolette - disse la maestra - i colori!!” E propose
ai suoi alunni di portare in classe, il giorno seguente, tutte le stoffe
colorate che avessero trovato in casa, poi avrebbero scelto solo i sette colori
più belli e con l’aiuto delle mamme avrebbero costruito una lunga striscia di
colori.
Il giorno
dopo, per nulla spaventati dalla pioggia, i bravi bambini portarono a scuola
stoffe di tutti i tipi: lenzuola, magliette, fazzoletti… e fino a notte
inoltrata la maestra insieme alle mamme cucì con pazienza tutti i pezzi tra
loro, mentre i bambini si addormentarono sui cuscini disposti per l’occasione
nella palestra della scuola, un po’ disturbati dall’ira di nonno Tuono che si
fece sentire fino a notte fonda. La mattina seguente il lavoro era già completato:
un rotolo enorme di stoffa era poggiato all’ingresso della scuola in attesa che
tutti i bambini fossero svegli. Poi tutti riuniti sul prato bagnato, mentre le
gocce di pioggia cadevano leggere come piume, i bambini con l’aiuto dei
genitori iniziarono a distendere la striscia colorata. Era uno spettacolo
formidabile. I sette colori scelti dalla maestra erano il rosso, l’arancione, il
giallo, il verde, il blu, l’ indaco e il violetto. La striscia colorata
ricopriva in lunghezza tutto il prato accanto ai banchi dei bambini e dall’alto
le Nuvolette rimasero abbagliate da quei colori così intensi. Improvvisamente,
la pioggia che era scesa abbondante nei giorni scorsi iniziò a diminuire
d’intensità, le Nuvolette divennero grigie e il cielo nero si schiarì.
Papà Sole
incuriosito dall’improvviso silenzio delle sue figliolette si fece largo tra di
loro e guardando verso giù si accorse da cosa erano tanto attirate le piccole
Nuvolette. Una lunga striscia colorata? I colori attiravano e facevano
rallegrare le sue figliolette? Come aveva fatto a non pensarci prima!!!! E con
un gran sorriso soddisfatto allungò i suoi lunghi raggi fino a colpire ognuna
delle piccole lacrime delle sue figliolette mentre cadevano sulla Terra. Questa
volta l’effetto del riflesso dei suoi raggi sulle goccioline di pioggia lasciò
senza parole gli abitanti della Terra che dal basso ammiravano quello
spettacolo. Papà Sole era riuscito a riprodurre i sette colori che componevano
la striscia distesa sul prato e, lentamente, le Nuvolette dimenticando il
motivo della loro tristezza iniziarono a disperdersi nel cielo. Quando anche
l’ultima smise di piangere i raggi di papà Sole non poterono più riflettersi
sulle lacrime e l’effetto colorato svanì. Papà Sole rimase comunque a riscaldare
i bambini rimasti bagnati e ad asciugare le pozzanghere sul prato dove i
bambini si apprestavano ad organizzare un bel pic-nic.
Ecco perché,
da quel giorno, ogni volta che c’è la pioggia e i raggi del Sole riescono a
farsi spazio tra le nuvole, basta alzare lo sguardo verso l’alto e cercare la
striscia di sette colori disposta a forma di arco, che quel bel giorno i
bambini chiamarono ARCOBALENO.
Laura