MESSAGGIO PER I MIEI PICCOLI LETTORI


MESSAGGIO PER I MIEI PICCOLI LETTORI:

Credo che il talento sia in ognuno di noi, bisogna saperlo svegliare, riconoscere ed educare. Nessuno nasce artista, nel senso classico del termine, ma tutti abbiamo qualcosa da raccontare e una personale sensibilità che è indispensabile coltivare fin da piccoli. Il segreto per divertirsi è tirare fuori un pò di coraggio e non essere troppo severi con se stessi.
FIDATEVI!!!!


martedì 11 marzo 2014

LA SFIDA

Ragazzi e ragazzi ... Bentornati nel mio blog!!!!

Oggi vi farò fare qualche risata con il racconto umoristico scritto da mia figlia e un disegno proprio su questa storia...

IL RACCONTO UMORISTICO
 
Il racconto umoristico è un testo narrativo che ha

lo scopo di divertire, far ridere.

Fare dell’umorismo non è facile; occorre usare

tecniche particolari come, ad esempio:


LA CARICATURA : esagerare in modo ridicolo e divertente le

caratteristiche fisiche e caratteriali

del personaggio.

AZIONI INASPETTATE: i personaggi fanno cose strane, assurde;

oppure

accadono cose strane.
SCHERZI,EQUIVOCI:i personaggi non riescono a capirsi

chiaramente.

GIOCHI DI PAROLE: usare espressioni iperboliche (esagerate),

metafore, battute umoristiche, parole

dialettali.
BARZELLETTE
 
Al ristorante Roberto, vedendo il cameriere zoppicare, chiede

premuroso:

-Avete i calli?

-Attenda un momento che vado a chiedere al cuoco.

Adriana entra in una merceria:

-Vorrei un merletto!

-Merletti non ne ho, signora, le va bene un passerotto?

-Vorrei un paio di calzoni – chiede il taglialegna al commesso di

abbigliamento.

-Che taglia?

-La legna!

-Papà, - chiede una bimba al babbo- perché le rane nuotano nello

stagno?

-Perché, povere come sono, non possono nuotare nell’oro.



STORIELLE

LA PIOGGIA DI PIOMBINO
 
Una volta a Piombino piovvero confetti. Venivano giù come chicchi di

grandine, ma erano di tutti i colori: verdi, viola, rosa, blu. Un

bambino si mise in bocca un chicco verde, tanto per provare, e trovò

che sapeva di menta. Un altro assaggiò un chicco rosa e sapeva di

fragola.

-Sono confetti! Sono confetti!

E via tutti per le strade a riempirsene le tasche. Ma non facevano in

tempo a raccoglierli, perché venivano giù fitti fitti.

La pioggia durò poco ma lasciò le strade coperte da un tappeto di

confetti profumati che scricchiolavano sotto i piedi. Gli scolari,

tornando da scuola, ne trovarono ancora da riempirsi le cartelle. Le

vecchiette ne avevano messi insieme dei bei fagottelli coi loro

fazzoletti da testa. Fu una grande giornata.

Anche adesso molta gente aspetta che dal cielo piovano confetti, ma

quella nuvola non è passata più né da Piombino né da Torino, e forse

non passerà nemmeno da Cremona.




FANTOZZI AL VEGLIONE
 
Anche Fantozzi ha partecipato all'ultima apertura di caccia. Non era

un appassionato, anzi non era mai stato a caccia in vita sua, ma il

suo collega di stanza Fracchia aveva tanto insistito che lui aveva

dovuto cedere. L'appuntamento era stato fissato a un'ora crudele, le 3

del mattino, al casello dell'autostrada. Le due utilitarie arrivarono

puntualissime. Da una uscì faticosamente Fracchia: berretto alla

Sherlock Holmes, gigantesco giaccone di velluto a coste, calzoni alla

zuava gonfi come palloni sonda, calze di lana, scarpe da tennis con

sopra galoches, un piccolo cane pechinese al guinzaglio e a tracolla

un vecchissimo fucile a tromba tipo brigante calabrese. Dall'altra

Fantozzi: berretto bianco da marinaio, tragico impermeabile stretto

in vita da cartucciera di mitragliatrice, residuato della 2° guerra

mondiale, calzoni di tela, piedi nudi, un guanto di lana, una fionda a

elastico rubata a qualche ragazzo e a guinzaglio sua moglie signora

Pina che nella notte aveva truccato alla meno peggio da bracco.

I due si salutarono e andarono con i “cani” al bar del casello

dell'autostrada per bere un caffè “corretto”. Il bar era gremito di

cacciatori armati fino ai denti: mitragliere, bombe a mano e armi per

la guerra batteriologica. Tutti guardavano con grande curiosità i

“cani” degli ultimi arrivati. Uno cercò di accarezzare la signora

Pina, ma poco mancò che questa ringhiando non gli staccasse un dito.



Ed ecco la bellissima storia di mia figlia...


"Per caso mi stai sfidando???  Pensi che non lo sappia fare???"
Dissi io con aria minacciosa e sicura.
Aspettate, dimenticavo: io sono il cagnolino Billi e vi racconterò perché ho detto questa frase...
Era una giornata calda, del resto come tutte le altre e come sempre ero al bar a prendere un drink con i miei amici Milù, Osvaldo, Pippo e Bau. Facevamo scommesse e gare in continuazione.
" Facciamo che chi arriva prima al parco  prende una ciotola di croccantini!!"
Io mangiavo solo carne rubata in carnezzeria ma ho sempre sognato di mangiare croccantini!!
Accettammo tutti la sfida.
Come al solito vinsi io... Ma poi proposi che chi avrebbe preso prima la palla ne avrebbe vinto un' altra. Pippo fece l' arbitro:" Osvaldo corre per prendere la palla, ma... guardate chi arriva, arriva Billi che lo supera prendendo la palla e i croccantini!!" diceva ridacchiando.
Mentre passeggiavo fiero tra la gente che mi reclamava, vidi un gatto che disse: "Visto che ti piace tanto fare le gare, perché non facciamo che chi salta su un muretto di 1 metro con sotto un fiume immenso vince e chi cade nel fiume perde!"
Io sicuro di vincere dissi:" Ma dai, tu sei solo un gatto!!" "Razzista" ribattè lui. "Per caso mi stai sfidando?? Pensi che non lo sappia fare???
Accettai la sfida ma alla fine caddi io nel fiume... Ricordo ancora la mia delusione...
"Ciao ciao" disse ridacchiando il gatto.



... e il suo super disegno...realizzato con internet che raffigura il cane nel lago ghiacciato!!!
 

5 commenti:

  1. questo post è stato realizzato interamente da Alessandra!!!!!!!!!! complimenti e grazie per le utili informazioni che hai voluto condividere con noi!!!

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  2. Bellissima storia, magari succedesse davvero ......

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  3. hai ragione, Greta!!! conosco tante persone così presuntuose e sicure di sè ...che una bella sconfitta..gli farebbe davvero bene!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! baci

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  4. ANDREA ORECCHIE A ROVESCIO

    C'era una volta un bambino di nome andrea che non era sordo,forse alla nascita l'orecchio sinistro gli era andato al posto di quello destro e viceversa,fatto sta che sentiva al contrario .
    Se la mamma gli diceva di stare fermo lui si alzava e andava a correre ,era chiaro che riceveva ceffoni su ceffoni,quando arrivò il momento di andare a scuola fu ancora peggio:se il maestro diceva fate una sottrazzione lui faceva un addizione se gli diceva di scrivere cancellava e cosi veniva bocciato fu mandato in un'officina a lavorare a 17 poiche aveva fatto 12 anni in prima elementare ,ma fu ancora peggio.
    se il suo capo gli diceva di avvitare un vite lui la svitava e cosi fu licenziato .
    una volta che stava andando al supermercato si fermo a un blocco di controllo della velocita e ,quando la guardia gli ordinò di fermarsi Andrea per poco non la investì.
    fu portato in tribunale e ,quando il giudice gli chiese se era colpevole Andrea rispose prontamente :"si certo!" il giudice chiese anche ad Andrea se voleva essere liberato e lui rispose:"no,affatto!",il giudice si arrabbiò pensando che era pure strafottente e lo condannò a 5 anni di prigione allora andrea disse al giudice:"signor giudice è molto gentile a lasciarmi libero!"e detto questo si avviò camminando verso casa ma quando vide che le guardie lo inseguivano iniziò a correre e da allora lo stanno ancora rincorrendo e ,quando Andrea si ferma a prendere fiato si dice fra se e se chissa cosa ho fatto di male !non sono mica sordo io!!!!!!!!!!!

    FINE
    PS:non l'ho scritta io!

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    Risposte
    1. povero Andrea........!!!!!!!!
      e .... se fosse nato con l'occhio destro al posto di quello sinistro e viceversa????? chi sa scrivere l'inizio di questa nuova storia?????

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